Un cantautore che non ha fatto l’università, ma la descrive molto bene, soprattutto quando si tratta di innamorarsi per una sera, che parla di depressione, ma neanche troppo sul serio e che ha un omonimo un po’ curioso.
Nel tuo singolo “Università” citi Piazza Bellini. Che rapporto hai con la città di Napoli? Ci hai mai vissuto? E com’è Piazza Bellini?
Piazza Bellini devi viverla, è il ritrovo di tanti universitari e non, ci sta davvero una bella energia! Vedi tanti ragazzi con le birrette seduti a terra a parlare e cantare.
Vivevo a Palomonte, il mio paese di origine (90 km da Napoli). Ora che vivo a Milano rimpiango di averla frequentata poco. Ma mi rifarò presto.
Sai che c’è un tuo omonimo? Vi siete mai scritti? Cosa ne uscirebbe?
Si lo so bene. Aspetto che sia lui a scrivere.
Scherzo. In realtà la sua storia mi fa un po’ paura: è un ex dj e geometra che ha lasciato tutto , eccessi e svago, per iniziare la sua missione. Un San Francesco dei giorni nostri. Non ci siamo mai incontrati ma una volta in ostello a Palermo si aspettavano il frate Biagio Conte, ci sono rimasti un po’ male.
Com’è andata a finire la storia del video dove spacchi i telefoni? Era tutto vero? Qualcuno si è lamentato? È per questo che non abiti più a Roma?
Sì, è una di quelle cose che si fanno da ragazzo. Ero abbastanza disperato con la musica, volevamo smuovere le acque, quindi accettai volentieri la folle idea del regista Angelo Cariello e i ragazzi de La Balena che l’hanno prodotto.
Ripeteresti mai un’esperienza da busker?
No. Voglio che rimanga unica come esperienza.
Ha ancora senso pubblicare un album? A quando il tuo prossimo disco?
Ci vorrà un po. Sì, se il disco è bello ha ancora senso pubblicarlo (ride, ndr)
Quanto dobbiamo prendere seriamente il brano La mia depressione?
Va presa sul serio. Il motivetto allegro é per cercare di sdrammatizzare. Sogno un mondo in cui tutti siano felici di lavorare.