A settembre è uscito il suo nuovo singolo, “Basta”, che ha anticipato la recentissima uscita dell’album (conclusivo) dell’artista: “Non voglio crescere”.
Il brano di Chiazzetta, distribuito da Believe e prodotto da Roberto Cola, ha sonorità decisamente dance e nasce da anni e anni di frustrazioni accumulate che finalmente esplodono sulla cassa dritta.
Ma il botto lascia spazio ad un’inedita pace che passa per una definitiva accettazione di sé stessi e del proprio percorso: sicuramente un ottimo trailer del disco uscito da poco.
Con “Non voglio crescere”, Gabriele dice per sempre addio al personaggio di Chiazzetta e diventerà finalmente una persona.
Ciao Chiazzetta! Ma come basta?? Vuol dire che chiudi con la musica?
Diciamo che Chiazzetta è un personaggio, è come se io fossi Paolo Villaggio e lui Fantozzi, quindi l’idea è quella di dargli una degna conclusione prima che degeneri.
A livello di arrangiamento è stato complesso scrivere “Basta”?
L’ho scritto chitarra e voce, come spesso succede, immaginandomi gli altri strumenti nella mia testa ma se non ci fosse stato Roberto Cola, il mio produttore storico, ad aiutarmi a rendere tutto reale non sarebbe stato difficile ma impossibile.
Che artisti stai ascoltando in questo momento?
In realtà ascolto pochissima musica perché non ho più la macchina, dal computer o dal telefono ascolto quasi solamente colleghi che conosco personalmente, però ho ascoltato tutto il disco di Madame.
Hai suonato davvero ovunque e per tanti anni: qual è stato il concerto più bello che hai fatto?
Difficile dirlo perché ogni concerto è un avventura a se, soprattutto quando si va in giro.
Mi viene in mente quella volta che ho suonato con i Ministri e il gruppo di Ermal Meta a Molfetta, con un fantastico Caparezza nel pubblico. O quando mi sono fatto un panino con Iosonouncane dopo che abbiamo suonato in un villa a Latina.
Per anni ho risposto a questa domanda: il Primo maggio a piazza San Giovanni nel 2008.
Forse però il punto di arrivo maggiore è stato il sold-out a Le Mura nel 2018 e il successivo a Milano all’Ostello Bello, perché li cantavano le mie canzoni davvero più forte che mai.
Ci parli del tuo album, “Non voglio crescere”?
Il mio disco conclusivo ha 40 canzoni, quindi almeno un altro paio d’anni ci vorranno per smaltirle tutte e magari riuscire anche a fare qualche live come Cristo comanda! Poi boh.