In Silence ft. Avex è un brano che si inserisce all’interno del movimento del Black Lives Matter.
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con i Caveleon, band di Milano che si muove in un mondo stratificato di influenze e generi musicali che di recente ha pubblicato un nuovo singolo, nato dopo la morte di George Floyd.
Ecco cosa ci hanno raccontato!
Stavo riflettendo sul fatto che l’unione globale che è seguita alla morte di
George Floyd è arrivata esattamente dopo il periodo di quarantena. Secondo
voi, avrebbe avuto lo stesso effetto, se fossimo stati “impegnati” con la nostra
vita di sempre?
Forse il risultato sarebbe stato diverso, meno unitario. L’effetto ottenuto, secondo noi, non è dovuto ad una questione di mancanza di “impegno” nella vita personale, ma dal fatto che, per la prima volta, ognuno di noi è stato costretto a vivere in una
situazione condivisa con il resto del mondo.
Svegliarsi ogni giorno con il pensiero di affrontare e vivere una condizione, non dal punto di vista del singolo, ma da quello di un’intera popolazione, probabilmente ci ha aiutati a costruire un senso di comunità e supporto che prima facevamo fatica a percepire.
È vero quello che si dice in giro, che non abbiamo imparato niente dal
lockdown?
Pensiamo che forse sia ancora troppo presto per dirlo. Era inevitabile che ci fosse
una sorta di reazione opposta dopo il lockdown e un forte desiderio di ritorno a una
vita “normale”.
Noi ci portiamo dentro tanti insegnamenti da questo periodo. Sia dal punto di vista comunitario, che da quello del singolo: ci ha permesso di capire quali siano le priorità reali.
Uscire di casa e vedere Milano deserta ci dava un senso di smarrimento, ma, allo stesso tempo, eravamo rapiti dalla bellezza di un mondo silenzioso, privo della solita caoticità insensata, in cui a volte si riusciva addirittura a respirare aria di montagna.
Pensiamo che tutti abbiano imparato qualcosa. A volte ci capita di sentirne la mancanza.
Ho come l’impressione che “In Silence” voglia farci entrare in un mood, prima
ancora di lanciare un messaggio. Come è nato questo brano, e cosa vuole
comunicare?
Abbiamo scritto In Silence spinti dal bisogno di unirci al coro di chi si sta
sollevando, da ogni parte del mondo, contro le costanti e insopportabili
discriminazioni e violenze subite da tutte le minoranze.
Noi viviamo in un privilegio che fatalmente non ci permette di comprendere a fondo cosa significhi essere diversi, di non avere diritti ma solo doveri, di non essere protetti e di non essere uguali.
Il testo di questo brano vuole amplificare le voci di chi lotta e subisce in prima persona queste vicende sconvolgenti.
Abbiamo deciso di usare le loro parole: dagli striscioni delle manifestazioni, frammenti di poesie scritte in difesa dei diritti civili dei cittadini americani con un diverso colore della pelle, ai commoventi discorsi pubblici.
La voce del popolo ci ha aiutati a raccontare e comporre un mosaico, che non vuole rappresentare solo un movimento, ma descrivere la situazione oggettiva in cui viviamo. Un mondo fatto di urla ma anche di un assordante silenzio.
In Silence è il nostro invito a esporsi e a prendere una posizione chiara per un netto e deciso cambiamento.
Come è stato approcciarsi con Avex, che è decisamente una scelta strana per il
vostro genere e background? È cambiato qualcosa nel vostro approccio alla
composizione?
Abbiamo conosciuto Avex perché facevamo parte della stessa etichetta
(Futurissima). Ci hanno colpito fin da subito le sue grandi doti nella scrittura, il modo in cui vive la musica e, sopra ogni cosa, la sua versatilità.
È un artista a tutto tondo e sa calarsi perfettamente in qualsiasi situazione, mettendo sempre la propria impronta riconoscibile. Abbiamo già suonato insieme dal vivo per il release party del nostro EP al Circolo Ohibò e collaborato in un brano per il nuovo album.
La collaborazione per In Silence è nata in modo molto spontaneo. Può non sembrare, ma il rap e l’hip hop sono parte del nostro background musicale, hanno sempre portato grande innovazione, spesso in collaborazione con altri generi molto lontani.
Come suonerà il vostro nuovo disco e quando potremo ascoltarlo?
Dopo quasi due anni di intenso lavoro, possiamo dire che il disco è pronto! A ottobre siamo andati per due mesi in “ritiro” nella casa di campagna di Leo.
Abbiamo avuto il tempo di dedicarci con calma alla ricerca sonora che avevamo bene in mente, divertendoci anche a sperimentare durante la fase di registrazione.
Abbiamo fatto il mix a Bristol e siamo tornati in Italia esattamente il giorno prima del lockdown.
Sicuramente l’album affonda le sue radici dentro al nostro primo EP, Caveleon, ma
siamo più liberi dal giudizio e abbiamo un bagaglio di esperienza che ci ha permesso
di avere una grande evoluzione, sia nel sound, che nella scrittura.
In questo momento siamo alla ricerca di una nuova etichetta, vorremmo ampliare i nostri orizzonti anche verso l’estero.
Sappiamo che, visto il momento, bisognerà avere molta pazienza, ma siamo molto fiduciosi e non vediamo l’ora di portare il nuovo disco in tour.