Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Andrea Vigentini, che in sintesi è stato un concorrente di Amici, ormai quasi dieci anni fa, ora chitarrista di Ermal Meta (quindi sì, potreste averlo visto al Forum di Assago).
Special guest delle date teatrali di Francesco Renga, opening dell’ultima data a Napoli di Fabrizio Moro, ma anche cantautore, autore di canzoni per nomi del calibro di Nek.
Andrea Vigentini con il nuovo album sarà probabilmente il vostro cantante indie preferito. Buona lettura!
Cos’è cambiato dall’edizione di Amici che ti vedeva protagonista? Qualche rimpianto?
Da quell’edizione di Amici è cambiato molto. Quasi tutto. Sono passati quasi 10 anni, è cambiata la musica e sono cambiato io. In questi anni ho avuto modo di fare molte esperienze diverse e questo sicuramente mi ha dato l’opportunità di crescere e migliorare. Se ripenso al programma non ho un rimpianto vero e proprio, penso che forse non ero pronto al 100% o comunque non era il mio momento.
Come nasce un brano di Andrea Vigentini? C’è differenza tra scrivere per sé o per altri?
I miei brani nascono quasi sempre da uno spunto melodico o da una frase appuntata sul telefono. Li lascio “decantare” un paio di giorni per poi riascoltarli e se mi convincono a quel punto ci lavoro su, da solo o insieme ad altri.
Mi piace tantissimo collaborare con autori e producer perché ti permette di scrivere cose sempre diverse mischiando i propri stili e influenze musicali.
Ho scritto poche volte su commissione e non sempre è andata bene, preferisco essere libero ed eventualmente capire in un secondo momento a quale voce potrebbe essere più adatto un brano.
In questi ultimi mesi sto lavorando molto e di questo sono davvero felice. Un giorno semplice è trasmessa da diverse radio, anche nazionali, e tra showcase e aperture di concerti di altri artisti come ad esempio Francesco Renga e Fabrizio Moro, quest’ultimo al Forum di Assago, ho iniziato finalmente a portare in giro la mia musica e suonarla live.
Per quanto riguarda Sanremo posso dirti che lo seguo da sempre, sono un grande appassionato e sogno di poter partecipare un giorno, ma non sarà quest’anno.
Sanremo o Miami?
Sono due palchi e manifestazioni completamente diverse, seguo entrambe con grande attenzione. Sanremo perché fa parte della cultura italiana, il Mi ami per scoprire e vedere dal vivo tanti artisti, anche meno conosciuti, tutti concentrati in tre giorni.
Penso che una cosa non escluda l’altra in quanto Sanremo se porti te stesso senza snaturarti riesce ad amplificare la tua musica e il tuo messaggio ad un pubblico vastissimo, anche se fai un genere più di nicchia o meno nazional popolare.
Un giorno semplice è un brano triste?
Direi di no, semmai romantica. A trarre in inganno potrebbe essere la malinconia della melodia e dell’atmosfera ma in realtà il messaggio di fondo è positivo.
Onestamente non saprei elencarti cinque brani, anche perché non ho preso spunto da qualcosa in particolare.
Posso dirti però che di sicuro all’interno di Un giorno semplice, come in tutte le altre mie canzoni, sento le influenze della musica che ho ascoltato e ascolto quotidianamente, dai cantautori degli anni ’60/’70 alla cosiddetta “Scuola romana” dei primi anni 2000.
Non mi paragono a loro ovviamente ma, anche inconsciamente, quando scrivi una canzone vai a pescare dai tuoi ricordi, in questo caso quelli musicali.
Dove ti vedremo live prossimamente?
Prossimamente ho in programma ancora qualche apertura live per altri artisti e poi non appena uscirà il mio disco ci saranno delle presentazioni alle quali seguiranno dei veri e propri live in giro per l’Italia e onestamente non vedo l’ora.
di Smoking Area