In occasione della pubblicazione dell’ultimo album ‘L’amore mio non more’ de Il Muro del Canto, abbiamo intercettato Alessandro Pieravanti per farci raccontare qualcosa in più su questa nuova pietra del Muro.
Federica: ‘L’amore mio non more’ è l’ultima fatica del Muro del Canto, un album che si colora di nuove sonorità rispetto al vostro sound classico, arricchendolo senza stravolgerlo. Come nasce questa forma di sperimentazione? Come è cambiato il vostro lavoro dal primo album ‘L’Ammazzasette’ ad oggi?
Alessandro: Come hai detto tu avevamo voglia di sperimentare, di stupirci e di uscire un po’ da alcune logiche musicali che avevamo esplorato abbastanza nei dischi precedenti. Si potrebbe definire il disco del cambiamento, ma principalmente per noi perché avevamo voglia di giocare e di divertirci con delle ritmiche e con delle sonorità di altro tipo.
Federica: L’aspetto interessante è che siete riusciti a ‘giocare’ con nuovi suoni senza snaturare il vostro timbro originale e che vi contraddistingue, un’evoluzione naturale e non forzata.
Alessandro: Mi fa molto piacere quest’analisi. Il rischio di quando si fanno questo tipo di sperimentazioni è che possano uscire fuori cose molto interessanti oppure dei fallimenti incredibili… devo dire che siamo soddisfatti del risultato che abbiamo ottenuto.
Federica: Ho letto che Giancane abbandona la band, cosa puoi dirci in merito?
Alessandro: Si mantengono saldi quelli che sono i rapporti umani e personali che contraddistinguono la nostra amicizia, però dal punto di una collaborazione stabile lui ha pensato che il percorso insieme dovesse terminare qui. Indubbiamente continuerà a dare il suo contributo, ad apparire, a partecipare alla vita della band. Il Muro del Canto ad oggi è composto da cinque membri e non più sei, che si occuperanno della parte creativa e di composizione, accompagnati come è sempre stato da tanti collaboratori.
Federica: Quindi mi confermi che non dobbiamo temere uno sgretolamento del Muro?
Alessandro: Assolutamente no. Siamo molto solidi. Siamo iperattivi e portiamo avanti progetti personali che ci permettono di continuare ad esprimerci anche quando non lavoriamo insieme. Il Muro è il nostro collettivo e cerchiamo di arricchirlo anche con altre esperienze. E’ il nostro punto solido, il nostro punto di riferimento, ed avrà una lunga vita.
Federica: State prestando molta attenzione anche alla realizzazione dei vostri video, che sono delle vere e proprie perle, curate da Falsetti e Zero. Cosa aspettarsi dal prossimo video o meglio quale brano verrà messo in scena?
Alessandro: Stiamo valutando l’idea di fare un video su ‘Roma maledetta’, per dare delle immagini ad un monologo e perché lo riteniamo di estrema attualità, dato che parla dell’indifferenza di chi abita nelle grandi città rispetto a quello che succede.
Federica: A proposito di ‘Roma Maledetta’ e di ‘Il tempo perso’, che sono due monologhi curati da te: in entrambi c’è molta narrazione, per poi giungere ad una conclusione che picchia forte, che lascia anche l’amaro in bocca. Si potrebbero definire come delle favole del Muro, che lasciano una sorta di morale. Com’è il tuo approccio quando ti dedichi alla scrittura di questo tipo di brani?
Alessandro: Diciamo che tutte le cose che scrivo hanno sempre la volontà di voler dire qualcosa, forse la parola morale è un po’ troppo incisiva, perché si porta dietro tante accezioni. Nella mia scrittura non c’è un voler dire agli altri come stanno le cose o insegnare qualcosa, ma semplicemente trasmettere una suggestione, un pensiero, un’idea, come appunto quella dell’indifferenza in ‘Roma maledetta’, o le difficoltà di chi non ha privilegi in ‘7 vizi capitale’. Ma anche quanto le idee degli altri possano influenzarci, concetto che affrontiamo in ‘500’ . Ho sempre un’idea di base e poi cerco di trovare una via poetica e narrativa per raccontare le cose in maniera spero non banale.
Federica: ‘Ponte mollo’ è un omaggio a Lando Fiorini, perché avete scelto proprio questo pezzo?
Alessandro: In realtà per le cover che facciamo andiamo molto a sensazione, cioè scegliamo quello che ci piace, che sentiamo nelle nostre corde e che è vicino alla nostra poetica. Lo esploriamo. Non abbiamo mai proceduto in un’ottica di omaggi, nonostante apprezziamo fortemente il lavoro di Fiorini. Quello che ci ha convinto è come viene raccontato il fiume, di come si mescola alle vite delle persone, diventando il trait d’union di tante storie.
Federica: In questo ultimo album ricorre molto il tema del tempo . A volte è perso, a volte è tiranno, ma anche una forza che può irrobustire?
Alessandro: Il tempo logora anche, nel senso che è ambivalente. Da un lato ti consuma, ti invecchia e ti fa perdere pezzi, dall’altro ti dà solidità, ti fa crescere e ti dà esperienza. Pensiamo che anche nella nostra musica dovremmo fare i conti con entrambi gli effetti, sia in positivo che in negativo.
Federica: Il tour sta toccando diverse città, ma ancora non si conosce la data di Roma. Avete svelato che sarà una grande festa, ma proprio non ci è dato sapere quando?
Alessandro: Si abbiamo deciso di non anticipare nulla, ma sul quando ci sarà ti posso dire tra Febbraio e Marzo.
L’amore mio non more tour: 24/11 MODENA, OFF 29/11 MILANO, Circolo Ohibò 30/11 PADOVA, Hall 01/12 BRESCIA, CSA Magazzino 47 08/12 IMPERIA, La Talpa e l’Orologio