Abbiamo incontrato Adelasia, cantautrice di Lucca che ha appena pubblicato un nuovo singolo dal titolo Acqua, un nuovo capitolo che ci fa immergere in atmosfere malinconiche tra indie-pop e influenze elettroniche di respiro internazionale.
Un nuovo nome che si conferma tra i più interessanti della scena alternative pop in Italia. Ne abbiamo parlato con lei.
Ciao, mi ritengo fortunata perché la mia vita da prima a dopo la quarantena non è cambiata. Ho ancora un lavoro, le persone a me vicine stanno bene, quindi tutto sommato è andata bene.
Ci sono stati momenti abbastanza delicati in cui non riuscivo più a sopportare il peso dei miei pensieri, mi sono sentita persa perché avevo in programma di far uscire il disco prima dell’estate, avevo trovato i musicisti per cominciare a preparare i live ma siamo stati costretti a rimandare.
Leggiamo che anche Acqua parla in qualche modo di un ritorno alla normalità…
Beh più che di un ritorno alla normalità parla di andare avanti, lasciar sfumare il passato per godersi il presente. Certi dolori quando li viviamo lì per lì ci sembrano insormontabili, crediamo che ci segneranno per sempre ma poi tutto passa, il passato è passato.
Domanda che può essere considerata un po’ cheap. Perché, secondo te, ci sono ancora pochi nomi femminili che emergono dall’underground indie? Insomma, perché i vari Calcutta e The Giornalisti non un corrispettivo femminile?
I discorsi di genere sono molto delicati, si rischia sempre di generalizzare ed è difficile non dilungarsi. Intanto c’è da dire che di donne che fanno musica ce ne sono molte più di qualche anno fa quindi qualcosa si è mosso, ci siamo mosse noi.
Siamo comunque una minoranza ed io credo che i motivi siano due e non siano da imputare all’industria musicale: il primo è che siamo storicamente meno abituate ad esporci, ad occupare ruoli di potere, siamo sempre state meno protagoniste degli uomini (vedi la storia, i film, i libri), ed è molto probabile che questo pregresso influenzi le nostre scelte in ambito lavorativo.
L’altro motivo è che, se anche con coraggio decidiamo di intraprendere carriere di questo tipo, ci sentiamo più giudicate perché effettivamente lo siamo, sentiamo il peso di essere donne, di dover soddisfare delle aspettative non solo qualitative ma anche estetiche.
Spero sia chiaro. Poi il motivo per cui ancora tra le donne che fanno musica nessuna abbia avuto il successo di Calcutta è semplice, è la legge dei grandi numeri. Su 10000 cantautori 3 sfondano, su 1000 cantautrici ce la fa solo una, forse.
Dobbiamo essere più coraggiose, più determinate, più ostinate per rompere questa catena, fregarcene delle richieste che riteniamo inappropriate e andare dritte per la nostra strada scegliendo bene le persone con cui collaborare.
Scusate era impossibile non fare uno sproloquio, alcuni sanno quanto io tenga a questa questione.
Come nasce un brano di Adelasia? Prima il testo o prima la musica?
Per prima cosa sento l’esigenza di affrontare un tema, mi vengono in mente parole, espressioni, immagini e storie e poi suonando scrivo il testo, ma quando prendo in mano la chitarra so già più o meno di cosa voglio parlare.
Ti capita mai di pentirti di esserti “esposta” musicalmente?
No, mai per ora. Solo a livello creativo alcune volte soffro la pressione di DOVER scrivere perché sono consapevole che non lo faccio più solo per me ma ci sono persone che sono coinvolte in questo progetto, che hanno investito su di me e che non voglio deludere.
Come sei entrata in contatto con Sbaglio Dischi?
Mi hanno sentita cantare ad un saggio organizzato dalla mia insegnante di canto, abbiamo parlato alla fine del concerto ed è uscito che avevo scritto dei pezzi, glieli ho mandati e a loro sono piaciuti e così poi è nato tutto. E’ stato un bel colpo di fortuna perché loro sono stupendi!
Prossime uscite?
Ci dovremmo avvicinare all’uscita del disco.. ma è tutto così incerto.. capiremo strada facendo. Intanto spero che Acqua vi sia piaciuta, grazie <3