1° Tappa Casale Monferrato – Ponte della Becca
La bandiera del One River sventola lungo il sentiero, i Giulia’s Mother lo percorrono tra alti arbusti verdi, un tiro di corda ed il motore parte. Inizia a muoversi la zattera sopra sospinta dall’elica lungo le rive del Po.
Intorno il paesaggio ha colori verde-grigio-fango. L’umidità sembra addensarsi attorno alle umane figure chitarre in mano che controllano con lo sguardo i confini del loro mezzo.
Un piccolo problema rallenta la navigazione, che riprende tra canzoni ed equilibri da mantenere a gambe intrecciate per non finire nell’acqua.
Lampi e tuoni annunciano l’arrivo al Ponte della Becca, è remando che si raggiunge l’argine e si tocca terra.
C’è tempo per la galanteria, sollevando dal peso del violoncello Tea mentre si copre la zattera preparandola per il live.
La tematica della prima tappa è “L’inizio”, e negli inizi, in quasi tutti, si ripete spesso una frase “I won’t ask for than that“. E’ tempo di “Everything we need”, luci, suoni e Giulia’s Mother sulla zattera.
2° Tappa Ponte della Becca – Caorso (Isola Serafini)
La tematica scelta dai Giulia’s Mother per questa tappa è il tempo. L’oggetto la clessidra. L’alba di un nuovo giorno, seppure il secondo, mette già alle spalle qualcosa dando corposità in un attimo al concetto di tempo.
Recuperate le fatiche, la zattera in acqua e via si lascia la costa. Il paesaggio offre battelli, ponti ed autostrade.
Ma regala anche delle secche con fondali alti meno di 20 cm, che costringono alla navigazione a remi.
Tra letture, chiacchiere e scherzi incredibilmente finisce la benzina ed è necessario un rifornimento al volo prima dell’arrivo a Caorso.
Il riff melanconico di “Event the Horizon” invade le sponde del Po, la fatica inizia a vedersi sui volti ma “No one can save me, No one can bring me back”.
3° Tappa Il Ponticello (Castelvetro) – Boretto (Reggio Emilia)
Come una libellula la zattera dei Giulia’s Mother lascia la riva e inizia la sua terza tappa. Si preparano tra canzoni e flessioni. Forse già sanno.
E’ la tappa più dura ad aspettarli, è questa la verità. Le difficoltà sono l’unica costante del viaggio, tante e varie.
Di mercoledì, queste hanno deciso di prendere la forma di vento e pioggia incessanti.
Andrea e compagni restano rannicchiati fino all’agognato attracco, una conquista che supera le difficoltà e regala musica.
E’ sera, è tempo di “Orion”, del calore del legno di chitarra. Spesso, quando si cerca la verità, si compiono dei gesti naturalmente. Uno di questi è guardare il cielo, espandendo la mente e cercando risposte.
E alla fine, se si cerca con desiderio e purezza, la si trova.
“I forgot your God, I found a cure. I found myself and my position in this place.”