Nel caso vi trovaste a Flushing avenue a Brooklyn prendete la linea M (arancione) in direzione Manhattan, godetevi lo spettacolo dello skyline sul ponte di Williamsburg, ma nel frattempo contate sei stazioni e scendete a W4, appena saliti i gradini vi si paleserà davanti il cartellone di un cinema (IFC center) a questo punto, se avete fame andate dritto e dietro l’angolo trovate Joe’s Pizza…
Sennó voltatevi a sinistra e vedrete una strada con un campo da basket sulla sinistra, ecco attraversate e prendete quella strada che è W3rd street e andate avanti 100 metri tenendovi sulla sinistra, ecco ci siete! Siete al Blue Note! Tutto questo per dire che non siamo a New York, ma oggi il nostro Blue Note è un circolo arci nella prima periferia di Bologna il Paradiso Jazz e mentre salgo le scale lo ribattezzo in silenzio il “Pink Note” (solo per il colore all’entrata che perdonate, ma è agghiacciante). Avevamo prenotato un tavolo circa tre settimane prima e mentre ci accompagnano al numero 49 ci fanno notare che qualcuno ha ordinato il tavolo in prima fila a Febbraio. I tavolini arrivano fino a metà sala, iniziamo stappando un Primitivo di Manduria mentre stanno arrivando una porzione di tortelloni al burro e salvia e altre due ai funghi, il pubblico è di una età più alta della nostra, ad un certo punto mi sento veramente “giovane” mentre osservo un signore sull’ottantina e più scofanarsi un tiramisù da mezzo chilo al tavolo di fianco. Siamo tutti abbastanza affamati sicché decidiamo che una portata è poco e allora aggiungiamo all’ordine un piattone dì crescentine, affettati vari e proprio per non farci mancare nulla ordiniamo anche il piatto vegetariano, immaginando un Fred Wesley dietro il palco che si lecca il formaggio squaquerone dalle dita dicendo “mmmm so good!”. Tempo di un caffè e puntuali come un orologio svizzero Fred e compagni si materializzano sul palco, sono le 22 in punto.
L’inizio é tutto un programma, mi fa notare uno dei miei compagni di tavolo, “Chameleon” di Herbie Hancock, una presa di confidenza con un pubblico che mano a mano che passa il tempo inizia a non stare fermo sulle sedie. Trascinatori a colpi di assoli , ognuno della band sfoggia qualcosa di incredibile… un tastierista che è uno spettacolo, il batterista che fa quasi cantare la batteria, il bassista che sleppa senza sosta , la ragazza vicino a me, non sa bene cosa voglia dire il termine, ma alla fine della canzone, si volta verso di me e mi dice: “Che benessere”! Arriva il momento della pausa sigaretta e pit stop al bancone del Bar dove nonostante il pubblico “adulto” sfioccano dei Mojito stile festa in spiaggia… noi dopo il Primitivo ci buttiamo sul Sangiovese, appena presa la bottiglia ci dirigiamo al tavolo e lo spettacolo riparte. Il Signor Fred ci invita insieme a Gary, il suo trombettista, a ripetere a tempo “bop to the boogie”; per buona parte della sala risulta essere uno sciogli lingua, poi anche se a macchia di leopardo riusciamo ad entrare nel modo giusto e a rispondere a tempo. La serata è ingranata in pieno, sul fondo della sala ci sono anche persone che ballano. Noi facciamo dei refill ai bicchieri con il Sangiovese e ci lasciamo trasportare da una “funk for your ass”, vedo nella penombra della luce blu/violacea del Paradiso Jazz gente saltellare sulle loro sedie come se fossero bollenti… Arriva il momento soft , a love song, Fred ci suggerisce di voltarci verso la ragazza vicino e sussurrarle “Oh babe!”, nel tavolo davanti una coppietta amoreggia, ma ad un centro punto sento una voce che dice: se dovete copulare statevene a casa!… Rimango impassibile come la coppietta, mentre un sassofonista virtuoso lascia spazio al chitarrista che ci porta a girare su di un morbido assolo… e mi parte un “Oh Babe!”. Ancora una manciata di pezzi dove un grande trombettista fa comparire anche la coulisse e ci troviamo a gridare “Pass the peas” che spettacolo, non mi sembra di essere a Bologna sono trasportato all’Apollo theater ad Harlem ed ho come l’impressione che debba uscire James Brown sul palco. L’intera band ora ci esorta ad alzarci in piedi e a muoverci, dalle ultime file le persone vanno avanti verso il palco siamo sul finale e con le luci accese stiamo ballando tutti insieme sulle note di “House Party”, anche il signore ultra ottantenne si muove a tempo (il tiramisù ha sicuramente fatto effetto!) Lasciamo il Pink Note di San Lazzaro contenti dopo aver ringraziato tutti i membri della band. P.s. Grazie infinite al simpatico Gary, il trombettista che tra un concerto ed un aeroporto ha trovato il tempo di fornirci la scaletta.