Settima edizione, questo anno, della rassegna Suoni Controvento che, dal mese di giugno (l’anteprima svoltasi a Valfabbrica il 26 giugno con i Sacromud – overground blues) fino al mese di settembre, ospiterà nel territorio umbro moltissimi eventi.
Suoni Controvento è infatti un insieme di concerti ad alta quota, gite guidate
all’interno dei Comuni e presentazioni di libri durante passeggiate immersive nella natura, con scrittori di rilievo internazionale.
Un calendario molto ricercato ed originale, promosso dall’Associazione Umbra alla Cultura della Canzone e della Musica d’autore, sostenuta dalla Regione, che ad oggi ha visto coinvolti più di 20 borghi del territorio.
Una manifestazione che di anno in anno propone un’offerta culturale ricca di contaminazioni, tra musica, letteratura e teatro, che mette sempre in primo piano la sostenibilità dell’ambiente, il consumo responsabile, la socialità e le collaborazioni con tante realtà, nelle superbe location, dalle atmosfere incredibili.
Proprio in una di queste, sabato 15 luglio si è tenuto il concerto di Daniel Norgren, con la sua band. Classe ’83, cantautore svedese, ha inciso il suo album di debutto casalingo (nel vero senso della parola) Outskirt nel 2008, attirando subito un’interessante fanbase di amanti del folk/blues
in tutta Europa e anche oltre; ma Daniel non appartiene solo a questa limitata cerchia.
Nei successivi lavori (come ad esempio Wooh Dang del 2019), ha dato prova di essere erede anche di quella ormai aristocratica famiglia del rock all’americana, riuscendosi a scrollare di dosso quello strato superficiale e mainstream in cui rischiava di restare intrappolato.
Quando intorno alle 17.00 arrivo nel parcheggio in località Scentinelle (per intenderci a pochi minuti dalla Piana di Castelluccio di Norcia) l’aria è decisamente più fresca dei 37 gradi all’ombra che ho lasciato in città. Percorrendo il sentiero che porta verso la prima cima, inizio a vedere le
persone che ormai si stanno riunendo per l’imminente concerto. Purtroppo per motivi non legati alla manifestazione (il tourbus della band è rimasto bloccato a metà strada per dei problemi tecnici) tutto slitta, fortunatamente solo di un’ora.
In apertura ci sono i Mizula, un quartetto di musicisti umbri nato nel 2020, che in questa occasione si esibisce in versione “semi acustica”, in duo (Daniele Rotella alla voce e chitarra e Laura Aschieri, voce, sax e percussioni), introducendo il pubblico all’atmosfera decisamente onirica dell’evento.
Il gruppo di Norgren arriva oggettivamente molto provato dal caldo e dalla stanchezza, intorno alle 18.00, ma basta loro rendersi conto di dove si trovano, per ritrovare l’entusiasmo negli sguardi.
Intorno a noi la catena dei Sibillini ci accoglie a braccia aperte e guardando verso il basso, la Piana di Castelluccio di Norcia si lascia ammirare, mozzando il fiato, mentre le enormi ombre delle nuvole fluttuano sopra di essa.
Quale posto migliore per lasciarsi incantare dalle musiche di Daniel Norgren e la sua band, le stesse musiche che sono state scelte per accompagnare la visione del noto film Le otto montagne, vincitore del premio della giuria al 75esimo Festival di Cannes e di quattro David di Donatello, uscito nel 2022 scritto e diretto da Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch e tratto dal romanzo omonimo di Paolo Cognetti.
Ed effettivamente, la loro esibizione ci riporta un pò, sia per suggestione sia per i brani eseguiti, alle sensazioni trasmesse dalla pellicola cinematografica; ma questi musicisti hanno tanto altro da dire e lo fanno eseguendo brani anche del passato, in chiave decisamente più blues o riprendendo quelle basi più spontanee del rock’n’roll psichedelico alla vecchia maniera.
La loro performance è impeccabile! E alla fine, mentre il sole sta tramontando, ci concedono più di un bis: quando ormai la gente è tutta in piedi, con addosso la felpa, perchè qui sui monti inizia a tirare vento freddo, la band coinvolge tutti in un ultima danza finale.
Nessuno vuole tornare a casa se non fosse che ormai il sole è andato giù e le montagne ci sussurrano arrivederci nella maniera più gentile possibile.
di Uliana Piro