Il nostro fotoreporter d’assalto ha deciso di andare in Portogallo a vedere Thievery Corporation e Yann Tiersen, ecco il racconto e foto della sua avventura.
Festival Groove. All’alba del 27 luglio sono già a Braga e mi metto alla ricerca di un ostello, alle 6 di mattina l’impresa è ardua ma la fortuna è dalla mia, dalla porta dell’ostello esce un uomo sulla cinquantina, calmo, che con rassicurante velocità da bradipo mi dice che sta andando a fare la spesa per le colazioni e che non ha ancora la camera libera. Mi siedo, aspetto. Al suo rientro mi invita ad entrare, ovviamente accetto e mi addormento sul primo divano capitato a tiro.
Ricordavo Braga un pò decadente, ma nel pomeriggio, mentre mi dirigo al Festival Groove, ritrovo viali cosparsi di fiori, visi sorridenti mi dicono che è il primo anno che la città ospita l’evento che prima si svolgeva altrove. Tutti coloro a quali faccio domande riguardanti gli artisti della serata rispondono sorridendo poiché sono molto conosciuti, si preannuncia una performance grandiosa.
Al tramonto, prima del concerto, un ragazzo brasiliano Luca Argel suona la sua piccola chitarra e si racconta, ogni particolare sembra incastrarsi perfettamente in una serata che comincia in maniera calma ed elegante per esplodere più tardi, quando i numerosi musicisti della Thievery Corporation si alternano duettando fino a fondere tutti gli stili musicali in ore di concerto.
Il 28 luglio, al risveglio, avverto l’emozione di stare al posto giusto al momento giusto: sono arrivato fin qui per la seconda serata del Festival Groove, per l’atteso concerto di Yann Tiersen.
C’è fila, nonostante l’ingresso non sia economico, gente del posto e non e’ arrivata numerosa. Io sono un pò in ritardo e sotto il palco sono solo, comincio a scattare subito e dopo solo dieci minuti capisco che non dovrei essere dove sono, cioè oltre le transenne, ho ancora a disposizione non più di 5 minuti poi dovrò andar via e mi spiegano che la decisione è dell’artista. Esco e continuo a scattare mentre Tiersen suona il piano senza fermarsi, in una melodia che sembra unica ma racchiude in realtà gran parte del suo repertorio.
Non ci sono musicisti ma solo tre strumenti che si alternano, il risultato è un’esibizione che non riesco a descrivere, in cui avverto chiaramente una forte empatia tra la gente e l’artista, vige un silenzio interrotto solo da qualche “obrigado” di Tiersen e da timidi applausi, fino al momento in cui, dopo un paio d’ore, Yann Tiersen esce dal palco, e lì esplode l’applauso vero, che per trenta minuti resta incessante e incornicia l’ultimo violino di ‘sur le fil’ che chiude tutto il concerto che per me è il più bello dell’anno.
La serata prosegue e finisce tra birra e nuovi amici. L’indomani la partenza per Porto e poi l’arrivo a Valencia, altri luoghi e altre storie ma con dentro un ricordo, qualcosa di prezioso. A Porto saluto Fred, mi dice : “a volte vorrei cambiare la mia vita”, rispondo : “forse devi solo cambiare te stesso” e so che lo sto dicendo proprio a me stesso .