L’Etiope è una band indie rock da tenere d’occhio. Ho scambiato due parole con loro in occasione dell’uscita del loro ultimo album “Tutti i successi” uscito per l’etichetta Revubs.
Chi sono l’Etiope? Come vi siete conosciuti?
Quattro ragazzi appassionati di musica. Come i Beatles ma con un sardo.
Ci siamo conosciuti a casa del cantante a Brenta (fermata della metro gialla di Milano) tramite un annuncio online. Per qualche settimana avevamo in mente di chiamarci Brenta Briscoe.
Quali sono le vostre principali influenze?
Tantissime e molto diversificate: da Nick Drake ai Radiohead, dai Beatles a De André, da Fela Kuti alle Spice Girls…
Raccontateci della vostra ultima esperienza in studio, qualche aneddoto da svelarci?
Le imprecazioni iterate del tastierista alla ventiquattresima take di un solo, o il produttore che nega il pranzo al cantante finché non avrà completato una sessione…
Com’è essere artisti indipendenti in Italia, oggi, ai tempi dei talent?
È dura. Stiamo pensando di cambiare il nome in L’Etiope Fragola. Se non funziona contattiamo Agnelli.
A proposito, partecipereste mai ad un talent?
Solo se uno dei giudici fosse Pippo Baudo.
Tornando all’album, trovo “Penelope” un brano dal gusto molto particolare, con un sound quasi post rock (genere che adoro), confermate le mie impressioni? Forse la struttura e i tempi ammiccano al prog, ma sui suoni e l’intenzione ti confermiamo col cuore!
Con chi vi piacerebbe collaborare?
Iosonouncane, i Verdena e Nanni Moretti (per un film)
Progetti futuri?
Un EP sugli animali, ma questa è un’altra storia…