Scendo le scale che portano all’ingresso della “Red Lamp”, studio di registrazione tutto dedito al lavoro di artisti e band indipendenti e la voce di Emanuele Caputo, impegnato a registrare il proprio singolo “Habi Cura”, diventa sempre più forte, sembra sicura, liscia come quella di chi sa cosa dire senza esitazioni.
Emanuele Caputo è romano, di San Lorenzo, lavora al suo album con Damiano Bianchi e mai ti aspetteresti, da un cantautore classe ’75 e con oltre 300 pezzi scritti alle spalle, una dichiarazione del tipo: “questo è il mio primo album, ora mi sento maturo e non m’importa più del giudizio della gente, ho raggiunto la coscienza delle cose che voglio dire”.
La produzione di Caputo è variegata, fuori da ogni etichetta di genere, semplicemente libera dagli schemi.
Comincio ad intervistarlo:
Come mai un primo disco solo ora dopo oltre vent’anni di testi e musica?
Ho cominciato a scrivere all’età di nove anni, ma non ho mai sentito l’esigenza di registrare un disco e poi nemmeno mi sentivo pronto a farlo. Comporre musica è sempre stata per me la cosa più importante e il resto lo consideravo solo un contorno. Oggi invece sono maturato e voglio finalmente concretizzare il mio lavoro con un disco. Importante è stato poi l’incontro con Damiano Bianchi (Red Lamp), è grazie alla sua preziosa collaborazione che registro questo primo album di cui, al momento, non ho ancora chiaro il nome”
Cosa vedi di cambiato oggi rispetto a dieci anni fa nella musica italiana?
Il modo di approcciarsi alle cose, oggi il mare della musica è troppo inquinato. C’è differenza tra cantare e essere un artista, è diventato come in un un supermercato dove trovi di tutto in diverse varietà e qualità e a nessuno interessa più un prodotto autentico ora difficile da reperire. Si osserva anche nella musica lo scorcio della società odierna che rincorre l’ultimo smartphone con i marchi blasonati e non che lanciano un nuovo prodotto ogni sei mesi. Con questi ritmi c’è un contunuo sviluppo di moda, ma l’innovazione effettiva è davvero poca. Oggi si va in tv e il cantante diventa un prodotto da cambiare e sostituire in fretta, si è persa forse l’umanità. Quando il vissuto è diverso allora la musica ti appassiona, mi succede ad esempio ascoltando i testi di Brunori Sas o Calcutta.
Cosa significa fare musica per tanti anni ed avere tempo da dedicare ad una passione?
Quella di essere libero, essere quello che sei, è un’esigenza, è inutile provare a fare altro se hai il bisogno di fare musica. Ho provato altre vie, ma se ogni volta ti alzi e mentre ti guardi allo specchio pensi sempre ad un nuovo testo, ad una frase giusta, capisci che non puoi far altro che dedicarti alla tua passione.
Quando sarà completo il primo album di Caputo?
Oggi registriamo il singolo “Habi Cura” per concorrere al “Premio Pierangelo Bertoli 2018” , l’album invece non sarà ultimato prima di Settembre inoltrato.
Davide Canali