Dolores O’ Riordan se n’è andata all’improvviso, un blue monday di gennaio, a soli 46 anni.
Dolores viveva in un corpo gracile che scatenava una voce potente ed unica, un timbro riconoscibile da decenni e per secoli.
Ma per lei non doveva essere un habitat naturale.
Gli ultimi anni costellati da problematiche psichiche, il bipolarismo e l’allontanamento dei figli, una fragilità e richieste d’aiuto infruttuose.
Non c’è intenzione speculativa, soltanto una breve ma profonda riflessione.
Sull’importanza di porsi domande e soffermarsi sulle sfumature, respingendo le conclusioni facili ed i luoghi comuni.
I Cranberries portarono soldi, successo, fama.
Un’equazione semplice e sempre più frequente che accosta questi tre elementi alla felicità, alla vita semplice. Ciò che invece Dolores per ultima, ma tanti altri artisti prima di lei, ci hanno raccontato con le loro vite, è l’esatto contrario.
Ci hanno mostrato, fuori dal palco, l’insufficienza dei beni materiali a raggiungere la vera serenità ed il vero benessere, scarno di addobbi esteriori ma tremendamente ricco e vitale.
Ma Dolores ci ha insegnato anche che la lotta, la coscienza sociale e umana, non possono incontrare limiti e giustificazioni nelle proprie singole problematiche.
Il noi, il dover prendere posizione come obbligo morale invalicabile anche davanti le lame del mondo che trafiggono un animo troppo sensibile per questa terra.
Il suo impegno politico mai venuto meno, quella tenacia che traspariva sempre nel suo sguardo dolce e tagliente, disincantato e magnetico.
Di tutto ciò ringraziamo Dolores, e continueremo a far risuonare la sua voce.