Umberto Tozzi nella sua celebre canzone “Ti amo” cantava «Primo maggio, su coraggio!» e se questo incipit per la cassetta di maggio di To Tape vi suona un po’ stonato, ditemi cosa c’è stato di normale in questi primi mesi del 2020.
Comunque, siamo arrivati quasi a fine maggio con un bel po’ di ferite che ci leccheremo per diverso tempo, ma dobbiamo pensare anche positivo e cercare di cogliere il meglio da quello che abbiamo vissuto, come diceva sempre James Jordan al figlio Michael (naturalmente, da amante della pallacanestro sto guardando The Last Dance).
Mentre scrivo scopro che gli Idles, a sorpresa, hanno pubblicato un nuovo singolo, Mr. Motivator, al quale hanno affiancato il videoclip che riprende il loro pubblico ballare nei modi più eccentrici. Niente di nuovo per la sceneggiatura utilizzata, solo che gli Idles lo hanno fatto meglio di tutti quasi a voler dire: “ecco come si fanno video da lockdown con la gente che si riprende a ballare in casa”. E comunque, è un brano potentissimo come tutti quelli che scrivono.
Nell’ultima puntata di To Tape (potete recuperare i podcast andando sul blog) abbiamo parlato di Garage Punk partendo dal disco dei Dead Visions, band italianissima capitanata da Francesco Mandelli che, come molti attori, è un profondo ascoltatore di musica ed ha sempre militato in band.
A Sea Of Troubles uscirà il 29 maggio, ma nel frattempo potrete ascoltare il singolo I Got You per comprendere da subito che si tratta proprio di Rock n’ Roll senza fronzoli, diretto e carico, tanto da essere registrato in presa diretta per preservare l’energia della performance dal vivo.
Di esordio in esordio, i Public Practice da New York con Gentle Grip mescolano tutto quello che la città ha potuto offrire al mondo dagli anni ’70 ad oggi, proiettandoci dentro un ballo sfrenato di ritmi funky con attitudine punk ed afferrandoci però con quella “presa delicata” alla quale non ti puoi sottrarre.
Rimanendo in tema di strade e generi che si incrociano, il nuovo disco di Hanni El Khatib ne è l’esempio lampante, e già lui stesso – artista americano ma di origine palestinesi e filippine – incarna la multiculturalità e il fascino dei minestroni ben riusciti.
Flight è un disco che fa viaggiare letteralmente contrapponendo l’essenza più grezza e vintage rock a quella spiccatamente soul; quello che Hanni El Khatib vuole suonare lo suona, e se deve utilizzare il falsetto, lo usa.
Quando pubblicò il suo secondo disco Head the Dirt prodotto da Dan Auerbach dei Black Keys, il Guardian lo definì “uno skater cresciuto a vintage rock e R&B che con il suo sporco rock’n’roll sta tenendo vivo lo spirito del ’76”.
Vi lascio con un altro prodotto italiano in cui le contaminazioni tipiche di chi fa il Dj vengono a galla tra forte creatività e uno stile puramente old school.
Ci sono l’afrobeat, i sound system giamaicani, il turntablism e sampling (abbiamo parlato di quest’arte nella puntata #33 di To Tape che potete ascoltare qui e qui).
Zero Portrait è il nome, Pulp l’EP pubblicato ad inizio maggio e i brani sono perfetti da inserire nei Dj Set: prendete nota.
Buon ascolto.