Review

|Review| Beatrice Antolini: “L’AB” (La Tempesta Dischi)

La prima cosa che possiamo notare è il respiro internazionale che ha questo album, poliedrico sia nella composizione che nelle sonorità.

Come un funambolo sta sulla sottile linea tra Pop e Alternative senza mai guardare in basso, attraversa atmosfere soffuse cullandosi tra fraseggi al pianoforte e atmosfere elettriche cariche di synth portati al loro estremo.

Beatrice Antolini oltre ad essere un’eclettica musicista è una compositrice capace di creare architetture sonore particolarmente imprevedibili e gradevoli. Nel suo quinto disco ha fatto tutto da sé. Testi, composizione, esecuzione, arrangiamenti, produzione, registrazione e missaggio sono passati tutti dalle sue mani. L’AB è Beatrice Antolini, per l’appunto… Per completare questa doverosa introduzione, a tutto ciò dobbiamo aggiungerci che è un concept album che analizza, da dentro, il periodo storico che stiamo vivendo.

L’AB si apre con Insilence, la soluzione personale di Beatrice Antolini che ci viene fornita in anticipo, come se dovesse fornirci una chiave di lettura. Un brano che sa più di chiusura, ma che ci anticipa la complessità e l’accuratezza che possiamo notare e apprezzare in tutto il resto del disco. Forget To Be e Second Life sono i due singoli che hanno anticipato l’uscita di L’AB, un po’ più squadrati e diretti rispetto al resto dell’album, ma la scelta è assolutamente azzeccata!

Subba è eterea, quasi sussurrata sopra un arrangiamento minimale che sul finale accenna a un cambio di registro, ma poi apre solo la strada a Until I Became: un brano multi-umore caratterizzato da un brit-pop più strutturato e sintetico. Total Blank avanza con un ritmo cadenzato per tutta la sua durata, mentre What You Want è caratterizzata da fraseggi al piano che poi si lasciano spazio a digressioni su synth con sonorità anni ottanta. Molto introspettiva, invece, è I’m Feeling Lonely ed è anche, a mio parere, una delle più attraenti a livello musicale. Beautiful Nothing riassume e conclude L’AB, un’esplorazione di ciò che ci circonda e, soprattutto, di noi stessi, un album ben strutturato e piacevole in tutti i suoi momenti. Un disco da ascoltare e su cui riflettere.