Cinquecento bauli neri. Altrettanti addetti ai lavori hanno alternato momenti di silenzio, ad applausi, al rumore delle mani che battevano sui loro flight case.
Alla fine, la chiusura dei bauli vuoti per rimarcare la necessità di ricominciare a riempire i flight case con il proprio lavoro: questo è Bauli in Piazza.
Quando sei sotto il palco per goderti l’esibizione del tuo artista preferito, pensi solo alla musica, allo show e all’esibizione.
Ma noi di CSImagazine sappiamo bene che per avere tutto questo prima e dopo il concerto ci sono decine di persone che lavorano gomito a gomito con gli artisti per mettere in scena quelle emozioni che durano un paio d’ore.
Sono gli operatori e le operatrici dello spettacolo che da quasi un anno non lavorano più o lavorano in condizioni precarie, senza certezze e senza un dialogo strutturato con i decision maker.
Domenica sono scesi in piazza per chiedere di essere ascoltati e trovare soluzioni omogenee per tutti e tutte.
Mentre è continuata anche la scorsa la crescita della media dei nuovi casi giornalieri positivi al Covid-19 e in tutta Europa i governi cercano di correre ai ripari per evitare di perdere il controllo con una seconda ondata, domenica pomeriggio, a Milano, c’è stata la protesta silenziosa e simbolica di tutti quegli addetti ai lavori che dietro gli eventi, la musica dal vivo, gli spettacoli, le fiere che contribuiscono allo sviluppo economico e culturale del Paese.
C’è un mondo, un’intera industria: sono tutti i soggetti che rendono possibile ogni forma di intrattenimento, dalle agenzie di promoter alle aziende di servizi, autori, tecnici, fornitori di audio/video/luci, facchini, e tanti altri ancora, che a causa dell’emergenza sanitaria in questi mesi hanno perso il loro impiego.
A livello mondiale si stima che circa il 95% degli eventi sia stato cancellato.
Per questo, a settembre è nato il primo movimento che riunisce tutta la filiera del settore, gravemente colpito dalle conseguenze della pandemia, che ha costretto milioni di persone in tutto il mondo a dover (momentaneamente) rinunciare alla propria attività, senza prospettive certe per la ripartenza: We make events”.
Anche l’Italia ha aderito con #Noifacciamoeventi #Bauliinpiazza – BIP a questo vero e proprio “allarme rosso” per l’industria e tutto il comparto produttivo che nel nostro Paese conta circa 570.000 lavoratori che necessitano di tornare al più presto al proprio mestiere, in assoluta sicurezza.
La neonata BIP nasce come associazione culturale senza scopo di lucro, alimentata dalla sola passione dei suoi aderenti e dalla consapevolezza di tutti che sia ora di farsi sentire.
Lo scopo della manifestazione è di contribuire a costruire un tavolo di lavoro dove “NOI del mondo degli eventi possiamo sederci e aiutare il governo a scrivere regole funzionali ad una reale ed efficace ripartenza, alla sicurezza e al sostegno del comparto, non solo in termini di sostegno economico, ma strutturali“, dichiara il comitato promotore.
Il problema serio è che tutti il sistema e la filiera che ne deriva sono al collasso: possibile chiusura di piccole, medie e grandi imprese, lavoratori senza sussidi, perdita di figure professionali sul medio e lungo periodo.
Per questo motivo che i lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo questa domenica sono scesi in piazza Duomo a Milano.
Il movimento Bauli In Piazza ha radunato 1.300 persone tra lavoratori e lavoratrici dello spettacolo e imprese del settore che in questo momento versano in grave difficoltà.
Al centro è stato inoltre posizionato un baule rosso in rappresentanza di tutti i colleghi che non ci sono più.
Ora per Bauli In Piazza inizia il lavoro di follow-up di quanto accaduto sabato 10 ottobre a Milano.
“Da adesso in poi è necessario instaurare un tavolo di lavoro con le istituzioni – dichiarano gli organizzatori – e tutti i rappresentanti del settore degli eventi, concerti, congressi, spettacoli e fiere e il Ministero dei Beni delle attività culturali e del turismo, il Ministero delle attività produttive ed il Ministero della Sanità.
Ora più che mai è necessario mettere punti fermi e lavorare compatti per individuare una meta temporale e delle regole in grado di permettere al comparto di ricominciare a lavorare in sicurezza e in maniera economicamente sostenibile.
Da oggi deve iniziare un percorso graduale, ma determinato, per rimettere in piedi il settore”, concludono a margine dell’evento.